I FANTASMI DEL 25 DI MAGGIO SULLE ELEZIONI EUROPEE ALEGGIANO NEL BASSO LAZIO

luglio 10, 2014


Ascoltando Manuel Marín, ex presidente della Commissione europea in una tavola rotonda sul futuro dell’Europa, ho ripensato ad una frase della lettera di Freud ad Einstein “L’Unione reggerà alle attuali sollecitazioni, a patto che divenga possibile per i cittadini una nuova identificazione”.

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E’ evidente che le elezioni di maggio sono sia un verdetto sulla gestione della crisi sia una possibilità di appello per i partiti politici. Il modo di gestire la crisi mediante l’austerità è stato inefficace: le tensioni sociali sono aumentate, la credibilità delle UE è diminuita, la ripresa stenta. I due principali partiti oscillano tra due soluzioni diverse, riforme per i popolari, fine dell’austerità e crescita per i socialisti.
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Sulle elezioni gravano anche due grandi incognite, il tasso di astensione e l’ascesa degli euroscettici, che con la “estrategia del malestar” potrebbero guadagnare consensi e condizionare l’agenda politica. Tuttavia, ciò che mi preoccupa non è il risultato elettorale, ma il rischio concreto che senza un’inversione di tendenza si corroderebbe il valore della solidarietà che è uno dei pilastri ispiratori della Ue e del nostro vivere comune.
E nel basso Lazio? A livello locale, non solo ci sono questi fantasmi che avvolgono la tornata elettorale ma ulteriori problemi connessi: il rischio di disfacimento economico e di tensioni sociali crescenti è una concreta possibilità. Mancano programmi articolati a lungo termine per la ripresa, è totalmente assente una strategia per riconvertire interi comparti industriali, le piccole e medie imprese sono spesso lasciate a se stesse o aiutate con qualche provvedimento tampone.
L’Europa è una miniera di opportunità per chi sa coglierle. Purtroppo, da anni, le cronache locali riportano solo notizie negative in materia economica, segno tangibile che gli europarlamentari locali non hanno inciso sul quadro europeo e locale in maniera adeguata.

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